Radiografia e Gammagrafia – RT
Mediante le tecniche radiografiche e gammagrafiche risulta possibile evidenziare un gran numero di discontinuità presenti in manufatti industriali, getti o saldature, quali ad esempio porosità, inclusioni, soffiature, cricche, tarli, inclusioni di scoria, mancanza di penetrazione.
Il principio di funzionamento di tali tecniche si basa sulle alterazioni che radiazioni elettromagnetiche subiscono quando incontrano un difetto nel loro percorso all’interno del materiale. Quando un fascio di onde elettromagnetiche di elevatissima energia fotonica (elevata frequenza) e fortemente ionizzanti (raggi X o raggi γ), passa attraverso l’oggetto da esaminare, viene assorbito con legge esponenziale in funzione dello spessore e della densità della materia attraversata. I raggi X o γ passanti e variamente attenuati impressionano una lastra fotografica posta dietro l’oggetto da esaminare.
Per una corretta esecuzione dell’esame radiografico o gammagrafico, in termini di qualità dell’immagine, risulta di basilare importanza la corretta interazione di tre parametri:
- intensità di radiazione;
- tempo di esposizione;
- distanza dal componente.
Se nell’oggetto esaminato esistono difetti quali cavità, fessure, grosse inclusioni meno assorbenti della matrice o discontinuità del materiale più denso e quindi più assorbente, sulla lastra si formeranno macchie più scure o più chiare, d’intensità proporzionale allo spessore del difetto, il quale apparirà delimitato dalla sua proiezione prospettica.
Tali tecniche radiografiche hanno il pregio di fornire una documentazione diretta, duratura, obiettiva e dimensionale del pezzo esaminato.
Tale metodo, pur risultando proficuo per l’esame di pezzi di geometria semplice diventa di difficile applicazione quando la geometria dei pezzi diventa complessa, in quanto l’interpretazione dei risultati può dar luogo ad ambiguità; inoltre, tale tecnica non può dare indicazioni sulla profondità del difetto rilevato, se non con due proiezioni ortogonali fra loro.